Cronaca più che spicciola: ma interpretata da trecento personaggi presi al volo nei vicoli della Vucciria di Palermo, dal verduraio al macellaio, dal poliparo alla parrucchiera. E che questa giovane esordiente cineasta mette in scena in modo a dir poco sorprendente. Come un musical affondato a suo modo nella realtà sociale, proprio alla WEST SIDE STORY: ma interpretato da volonterosi dal fisico discretamente sgraziato, dal talento più o meno sgangherato da aspirante all'avanspettacolo. Come un condensato dei micidiali varietà imperanti nelle prime serate televisive: ma tradotto in uno scatenato karaoke (con la partizione musicale di Nino D'Angelo che rivela piccoli gioielli di grazia popolare e di ritmica stimolante), immerso nei colori pimpanti, nell'oggettivistica kitsch di un Almodovar o di un John Waters. Fotografati, guarda caso, dal primo dei componenti della premiata ditta Ciprì & Maresco...

Micidiale presa un giro della mafia: ma che nella sua irriverenza viscerale, quasi sul filo della caricatura sboccata, si nobilita ad ogni istante in un'intimità, in una vicinanza a quei personaggi che va tutto ad onore di Roberta Torre, milanese. Un'assimilazione di quel mondo insulare, sotto la spatola greve della satira che si fa continuo desiderio, estremamente civile, sensibile e commovente di comprensione e di affetto.